Il Mondo animale: la Rondine
Gli Egizi considerarono la rondine, il cui geroglifico si traslittera in wr che vuol dire “grande“, come un simbolo dell’anima del defunto, in quanto non si posava in terra, ma volava di continuo secondo un volo che risulta molto particolare.
La dea Rondine fu rappresentata su alcuni sarcofagi e nel così detto “Libro dei morti” (Libro per la Venuta al Giorno) e venne considerata fino a circa la quinta dinastia, dopodichè non venne più seguita come culto.
Come già detto rimase come ipostasi dell’anima umana una volta liberata dal suo greve fardello del corpo.
Essa divenne, una volta persa la sua diretta divinità, emblema di Iside piangente a Biblos per la morte di Osiride.
Il bracciale a forma di rondine ( o rondone) posto sul braccio sinistro di Tut- Ank-Amon potrebbe avere un significato preciso, che rimanda al cap. LXXXVI del Libro per la Venuta al Giorno, nel quale una formula serviva propriamente a dare al defunto “l’aspetto di una rondine” ovvero concedere l’immortalità.
Le rondini sono raffigurate sulla Barca Solare che si appresta ad attraversare la notte.
Le rondini venivano rappresentate a prua, in quanto, essendo particolarmente diffuse in Egitto all’alba e al crepuscolo, si riteneva che annunciassero il sorgere e il tramontare del sole.
La rondine fu, talvolta, appellato il fumo sacro che si levava dal sacrificio agli dei in alcuni testi sacri.
Presso gli altri popoli del Mediterraneo la rondine fu considerata simbolo dell’anima liberata dai vincoli della carne.
La cura verso la prole e le sue grida gioiose nel cielo la fecero apprezzare dai Greci come simbolo di preghiera e di bontà: il termine chelidon indicò sia l’animale sia una pietra preziosa. Chelidonisti venivano appellati dei cantori coreuti particolari.
Come chelidonio fu chiamato il vento primaverile che portava le rondini e l’amore primaverile.
In pratica per gli antichi il legame Sole-anima fu spesso messa in risalto proprio allla rappresentazione di questi uccelli diurni che avevano spesso un comportamento legato al ciclo delle stagioni, che è legato al ciclo solare.
La rondine, ovviamente, fu presa come simbolo della ressurezione pasquale cristica.
Fu anche simbolo della caccia ai vizi e la demonio, tale affermazione e credenza era rafforzata dal carattere insettivoro della medesima, in quanto le mosche erano considerate emblema del maligno1, la rondine era emblema della lotta contro il male.
Nella tradizione contadina era di buon auspicio ospitare i nidi di rondine, ovviamente non abbandonati, o ancor peggio invasi dai passeri, in tal caso l’auspicio era considerato nefasto.
Plinio ci riferisce che la rondine guarisse la vista dei suoi piccoli con la linfa giallo-arancio della celidonia, che apprezziamo come pianta solare.
Alcuni autori antichi confusero, probabilmente, animale e pianta, e diedero il potere di guarire gli occhi anche al sangue stesso della rondine.
Nel Medioevo si parlò di “pietra di rondine”, evidentemente molte informazioni di natura alchemica vennero confuse con altre informazioni di natura pratica: comunque questa o queste pietre2, si parla di una rossa, di una nera e di una bianca, avessero capacità terapeutiche notevoli specie su patologie di natura psichico-magica.
1 Belzebù era ricordato anche come signore delle mosche.
2 Sappiamo che molti alchimisti nascosero dietro a opportune allegorie determinate conoscenze che furono non comprese, nel loro reale significato simbolico e non reale, da coloro, come allora e così oggi, detengono il potere della scienza imperante e”ufficiale”.
Da tale presunzione della compresnione nacquero degli errori grossolani di interpretazione che valse la progressiva messa la bando, in quanto sciocca e superstiziosa, della tradizione alchemica.