Filosofia della Spagyria: Venere vegetale – Maggiorana
Habitat
Originaria del medio Oriente, coltivata negli orti, si trova rinselvatichita in giro per tutta l’Italia.
Costituenti principali
Alcol (terpinolo, terpinolo 4), terpinene, sabinene, sesquiterpene.
Informazioni
“La maggiorana esercita un’azione riscaldante sul metabolismo e in generale sull’apparato riproduttivo.
Connesso con forza all’ambito terrestre essa si apre con alltrettanta energia alle forze cosmiche.” (Pelikan)
Possiede, in uso locale sul cuoio capelluto, un’attività contro la pediculosi.
In vitro Origanum majorana L. è stata valutata positivamente l’attività antidiabetica e antilipidemica in alcuni lavori scientifici.
Maggiorana è risultata, grazie all’importante efficenza antiossidativa, capace di contrastare gli effetti nefrotossici del cis-platino, in esperimenti su ratti maschi.
Medicina tradizionale
Nella tradizione europea così come nell’Ayurveda maggiorana (मरुवक maruvaka in sanscrito) è conosciuta per la sua attività carminativa, espettorante, colagoga, antiflegmatica, antiasmatica, antielmintica, antipiretica, antisettica e tonica per il fegato.
Gli usi tradizionali si rivolgono in caso di infezione toracica, tosse, mal di gola, dolore reumatico, disturbi nervosi, malattie cardiovascolari, epilessia, insonnia, cosmesi e cura della pelle e dispepsia.
Nella Medicina tradizionale cinese O.majorana è chiamata mò jiǎo lán (墨角蘭), viene considerata dolce e calda.
Capace di agire sui meridiani di Polmone, Stomaco e Reni.
Inumidisce la secchezza, antiemorragica e rimuovente la tossicità generale.
Le indicazioni generali circa le patologie in cui maggiorana è maggiormente efficace sono: il diabete, l’ittero, le piaghe e le vesciche cutanee, la tigna, il sanguinamento oculare, dell’orecchie, delle narici e della bocca.
Nell’antica Grecia veniva utilizzata come antiveleno, nelle convulsioni e nell’idropisia.
Leggende e mito
Si narra che fosse la reincarnazione di Amaraco, un giovane coppiere del re di Cipro.
Mentre il giovane stava trasportando un vaso di profumi, inciampò facendo cadere e, conseguentemente, rompere il vaso.
Amaraco spaventato morì e gli dei impietositi lo trasformarono nella maggiorana.
Sia presso i greci che i latini si adornavano il capo degli sposi con questa pianta profumata.
“Virgilio ci mostra Venere che trasporta Ascanio nei boschi di Ida:
‘… ubi mollis Amaracus illum floribus et dulci aspirans complexitur umbra‘” (t.d.r. dove Amaraco morbido lo avvolge in fiori e all’ombra del respiro dolce) (A.Gentili da “Il volo dei Sette Ibis”)