Filosofia della Spagyria: Venere vegetale – Alchemilla
Habitat
Nasce e vive nelle zone montane.
Costituenti principali
Principio amaro (n.b.d.), acido salicilico, tannini.
Informazioni
Le ricerche in vitro ed in vivo segnalano Alchemilla vulgaris L. come antivirale, vasodilatatrice ed ipotensiva.
Per uso locale risulta efficace sulle afte e stomatiti dellla mucosa orale.
Alchemilla è un rimedio importante nella medicina popolare europea, noto per le sue proprietà astringenti e antinfiammatorie.
Viene tradizionalmente usato per curare malattie ginecologiche e gastrointestinali.
Viene anche utilizzata nelle ferite sia fresche sia che evidenziano difficoltà nella rimarginazione e tendono ad infettarsi.
“L’unguento (a base di Alchemilla) non è solo un bene per le ferite fresche, ma anche per le ulcere e le fistole, specialmente quelle che abbondano di umidità “(Culpeper).
Assieme a tanaceto, ortica e cariofillata viene consigliata da L. von Kroeber nei disturbi mestruali.
Nei disturbi della menopausa in associazione con iperico, melissa e salvia.
Un’altra associazione per il medesimo problema prevede agrimonia, cardo benedetto e cannella.
Nella leucorrea associata ad ortica, trifoglio bianco, equiseto, centinodio, genziana.
Nelle minacce d’aborto combinare alchemilla con achillea e per favorire la ripresa della puerpera associata ad iperico e achillea.(Treben)
Nella stasi sanguigna associata a radice di finocchio, salvia, prezzemolo, anice, semi di finocchio, issopo, inula il tutto in acqua come decotto. (Dorsten)
Nel trattamento delle gastroenteriti assieme ad agrimonia e camomilla.(Dorsten)
Nel trattamento delle ernie unguento contenente alchemilla, consolida, finocchio ed anice.
Iperidrosi notturne la tradizione consiglia di associarla a salvia.
Nel trattamento topico del “fuoco di sant’Antonio” (herpes zoster) camomilla, corteccia di quercia e salvia.
Alchemilla nella storia
Nel Medioevo si riconosceva al decotto d’alchemilla proprietà vulnerarie sia per uso esterno sia assunta in forma di tisana.
La polvere sciolta in acqua o altra bevanda era assunta per sanare le occlusioni intestinali dei bambini in età pediatrica.
Alchemilla è citata in un trattato di Andrés Laguna de Segovia, medico, farmacologo e botanico spagnolo, in cui la consiglia in infusione per trattare le dermatiti dei neonati e bambini, ma anche in polvere associata al vino rosso come vulneraria.
Il sacerdote ed erborista svizzero Johann Künzle ne ha dimostrato l’utilità nei dolori premestruali e nella preparazione al parto.
Castore Durante la suggeriva per restituire la verginità perduta, rassodare i seni,nelle patologie femminili e per combattere la sterilità.
I medici rinascimentali come Mattioli e Castore Durante erano del parere che “bagnar le pezze di tella nella sua acqua e applicate in su le mammelle, le fa ritirare in modo, che diventano ritonde, e dure, maggiore sarà l’efficacia se questa guazza verrà mescolata a rose secche, hipoquistide, equiseto e allume”.
Nella medicina popolare piemontese era largamente utilizzata, soprattutto per frenare le emorragie interne ed esterne e nelle affezioni della fonazione come raucedine e mal di gola.
Etimologia e altre storie
Il nome tedesco «Frauenmantel» e inglese “lady’s mantle” (mantello da donna) fa riferimento alla forma avvolgente delle sue foglie nonché all’effetto benefico che tradizionalmente questa pianta ha sulle donne. Alchemilla deriva dall’arabo alkemelych da cui, in una delle possibili etimologie, deriva il termine di alchimia.
La tradizione narra che gli alchimisti cercassero tale pianta e raccogliessero la rugiada, per guttazione, che si raccoglieva sulla superficie delle foglie.
In particolare nella settimana prima di Pasqua gli alchimisti uscivano all’alba per raccogliere la rugiada contenuta nel calice delle foglie a sette lobi, utilizzandola poi per confezionare l’”elisir di lunga vita” o nella ricerca della pietra filosofale.
Si riteneva che tali gocce avessero una forza tale da favorire la autofecondazione nella vergine e che questa portasse la in grembo.
Va vista in maniera simbolica e non letteraria!
Le piante di alchemilla sono buone foraggere per il bestiame, migliorando la qualità e la quantità del latte, oltre a fornire aroma e gusto particolare a formaggi e a burro.
Dalle sue foglie, raccolte prima della fioritura, si estrae un pigmento verde intenso che viene usato per colorare la lana.
Il genere Alchemilla ha una particolarità botanica che è quella di non riprodursi per via sessuata.
Le foglie spuntano pieghettate, quindi si aprono proprio come un ventaglio (da cui il nome volgare di ventaglina).