Filosofia della Spagyria: singolarità gioviane
Zeus Giove
Se Saturno è l’inizio della Manifestazione, Giove è il sovrano incontrastato di tale manifestazione.
Egli si piega solo al volere del Fato, che è l’unico ad essere al di sopra di tutti gli dei.
Nello stesso momento è Dio che promette la resurrezione, intesa come atto di Giustizia o di realizzazione del Karma in una nuova esistenza o reincarnazione.
Gli Egizi lo appellavano anche con il nome di Stella del Sud, legandola così al solstizio d’estate che avviene nel segno del Cancro , domicilio della Luna, laddove l’elongazione della Luce nel giorno raggiunge il suo culmine, la sua esaltazione.
Di lì in poi la durata di luce giornaliera cala fino a giungere al pareggio con la notte all’Equinozio d’autunno.
Nella tradizione cabalistica Giove è identificato come Mahollael, movimento esaltante, vero, retto, giusto e con Hesed, che significa la splendente e per traslato rappresenta la Misericordia Divina.
Indica bontà originaria e costitutiva, l’amore sorgivo, puro e gratuito.
E’ l’amore paterno nel senso che “Dio è amore” (1Gv 4,8.16), ci ama “per primo” (1Gv 4,19).
Un amore che continuamente si riversa su di noi.
Si esprime nell’alleanza con Israele e soprattutto nella Nuova alleanza che è definitiva.
“Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio…
Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano; … ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare“, (Os 11,4; cf anche Is 63,15s; 64,7).
Del resto il termine greco di Zeus ha attinenza con la manifestazione che irraggia luce e il nostro termine di Dio ha etimologicamente attinenza con il nome greco del Giove latino.
Il geroglifico del raggio di Giove è la mano che dona, che si connette con l’altra, la stretta di mano era un tempo considerato un atto sacro pari ad un giuramento.
Le due persone affermavano un accordo e questo veniva sancito, appunto, in questa maniera.
Come signore unico del Sagittario (segno di Fuoco) e dei Pesci, segno d’Acqua, dove si esalta Venere, curiosamente “circondano astrologicamente” Saturno, nei suoi domicili di Capricorno e di Acquario.
Giove, che “giudica” e compie ciò che Saturno porta in manifestazione.
Giove e l’Uomo
Fisiologicamente, a parte l’ipofisi, vero re degli dei del sistema ormonale, Giove domina il fegato, anch’esso re, ma del piano metabolico e l’apparato riproduttivo maschile.
Concorre inoltre alla crescita in senso fisico, regge la muscolatura sia striata sia liscia.
Per relazione magnetica domina il sistema venoso e il pancreas, sia esoscrino che endocrino (che in realtà sono di natura mercuriale).
Collabora con l’azione di Venere dominando il sistema nervoso autonomo e l’intestino crasso e con la Luna lo stomaco.
E’ in relazione con l’orecchio destro di cui manifesta, secondo la tradizione, attraverso il fischio o quant’altro percepito di simile, l’aspetto benefico dell’archetipo.
Rappresenta l’ Ordine costituito, la Regalità che Governa, l’Espansione raggiante e penetrante.
Il primo concetto è ben compreso nella risposta di Cristo alla domanda se obbedire a Cesare o a Dio:”… date a Cesare quel che è di Cesare a Dio quel che di Dio”.
Vale a dire che l’ascetismo di Saturno non poteva essere più praticato, ma doveva essere posta la capacità dell’Uomo di vivere contemporaneamente senza compromessi né mescolanze sia la realtà materiale che quella spirituale, relazionandosi con altri esseri umani.
Il secondo concetto è espresso dal mito di Zeus-Giove.
Egli si unisce con donne e con ninfe, mai ricorrendo alla violenza, ma imponendo la sua regalità spesso cambiando la propria forma di manifestazione.
Giove, a differenza di Saturno, che resta immutato, acquisisce le virtù delle sue sedotte, vale a dire che la regalità non è un fatto solo acquisito ma deve essere continuamente rinnovato e arricchito di nuove esperienze.
Come ben si può osservare nella carta n° 4 dei Tarocchi, l’Imperatore, dove l’imperatore stesso è seduto sì sopra un cubo, simboleggia la Terra, come elemento, e regge i simboli di potere: lo scettro e la sfera, il primo nella destra, la seconda nella sinistra, ma egli non è statico nella sua posizione, è rappresentato con una certa tensione, come se si volesse muovere.