Filosofia della Spagyria: Sette funzioni Marte

 

 In Egitto era chiamato Hur-xuti, ovvero Horo splendente, colui che ha vinto le tenebre.
Era anche raffigurato nella forma di Signore dell’Ariete, inizio dell’anno e della Primavera, nonché segno equinoziale come Stella dell’Est.

Era inoltre identificato come Zefiro1, in qualità di movimento raggiante produttivo.

Il geroglifico del raggio di Marte è il bacile dei muratori, dove si pongono calce, sabbia e acqua e si amalgama il tutto per creare quell’elemento di coesione che rende la struttura muraria legata e stabile.

Esso esprime della Volontà che agisce.

Ares o Marte è il dio del caos al centro della battaglia, figlio di Era e Zeus, preferisce gli ambienti degradati delle taverne dei bassofondi ai sontuosi banchetti nell’Olimpo.
Si ubriacava ed era dedito alle risse spesso degenerate.
Compagno della infedele Afrodite era Vulcano, che spesso veniva tradito da questa con il focoso di Ares.
Ma spesso restava buggerato sia nelle sue azioni amorose sia nelle sue imprese mostrando la sua capacità di essere istintivo.

Marte e l’Uomo
Sul piano fisiologico corrisponde alla tiroide, al pericardio, al sangue, alla cistifellea, ai genitali femminili, la bocca nella sua funzione di apparato masticatorio.

 

 

1Nell’Iliade Zefiro è un vento violento o piovoso, mentre più tardi sarà considerato leggero, simile alla brezza, e messaggero della primavera.
Secondo Esiodo è figlio di Astreo (o di Eolo, dio dei venti) e di Eos (l’aurora), e vive in una caverna in Tracia.
Zefiro si unì all’arpia Celeno, che aveva preso le sembianze di una giumenta; dalla loro unione sarebbero nati Xanto e Balio, i cavalli immortali di Achille.
Innamoratosi del giovane principe spartano, Giacinto, lo contese ad Apollo.
Un giorno, accecato dalla gelosia, Zefiro deviò un disco lanciato dal dio, che colpì Giacinto, uccidendolo.
Un’altra tradizione lo fa marito della ninfa Clori, dea dei fiori, dalla quale ebbe Carpo, il frutto.
Zefiro viene raffigurato come un giovane alato, che tiene in mano un mazzo di fiori primaverili.
Dai Romani Zefiro veniva chiamato Favonio. (tratto da Wilkipedia)