Filosofia della Spagyria: Marte vegetale – Fumaria

Habitat
Diffusa in tutti i campi incolti d’Europa e dell’Asia.

Costituenti principali
Isochinoline (alcaloidi): fumarina, fumaranine, fumarostrejdine; acido fumarico, principi amari, flavonoidi.

Informazioni
Attraverso la “correzione” di un danno indotto in animali da laboratorio si è verificata la capacità antiossidante e anti alfa-amilasi di fumaria.
Da questo si  deduce che si possa porre questa infestante tra le piante antidiabetiche.
Curiosamente in Germania è stata approvata dalla farmacopea quale pianta per la sola indicazione di “dolore colico che colpisce la cistifellea e il sistema biliare, insieme al tratto gastrointestinale“.
In vitro sono state evidenziate delle frazioni di una ventina di isoquinoline che svolgono diverse attività di inibizione di enzimi, quali:

Come si può notare vi è un’attività sia epatica che pancreatica (con naturale coinvolgimento surrenalico e tiroideo) in accordo con la relazione “magnetica” tra Acquario e Sagittario così come viene proposta dal dottor Angelo Angelini sul “Serto di Iside“.
(n.b. il dottor Angelini sui testi in possesso del r. non fa riferimento a Fumaria officinalis)
La tradizione ayurvedica mette in evidenza le qualità di questa pianta ampliandone le possibilità terapeutiche tradizionali (che sono presenti anche nella tradizione mediterranea).
In particolare in
Charaka Samhita e Sushruta Samhita, è raccomandata per il trattamento della febbre e delle malattie del sangue.
In Sushruta, fumaria (anche se la specie è diversa da quella mediterranea) viene anche consigliata in caso di malattie croniche della pelle (dermatite seborroica), malattie urinarie e tosse.
In associazione con altre piante (curcuma) esplica una funzione antiinfiammatoria in caso di colon irritabile, diarrea.
Probabilmente l’effetto rilassante della muscolatura liscia è dovuta alle isochinolinine contenute.
Per lo stesso principio si potrebbe accogliere la possibilità dell’azione sulle forme asmatiche.
L’attività antipertensiva di fumaria è poco rapprentata negli studi, potrebbe essere un effetto secondario dell’attività coleretica ed antidiabetica della stessa.
N.B. Non va assunta in concomitanza con farmaci ipotensivi in quanto ne potenzia gli effetti.