Filosofia della Spagyria: singolarità venusine
Negli Arcani maggiori Venere trova la sua rappresentazione nella Carta n°III, l’Imperatrice.
Se questa figura la mettiamo a confronto con quella dell’Imperatore, essa ci appare, maggiormente di questa, statica.
L’Imperatrice siede su di un trono con il simbolo dello scettro tenuto nella mano sinistra, la cui base è connessa con l’area del pube e tiene lo scudo nella mano destra.
Il piede sinistro lei lo pone su di una Luna con le corna rovesciate verso il basso e possiede le ali similmente ad un angelo.
Tutto ciò simbolicamente richiama la possibilità di questa forza planetaria di poter portare ugualmente l’individuo verso la Materia o verso lo Spirito.
Infatti, Venere pur essendo il suo primo domicilio zodiacale nel segno del Toro1, legato alla Terra istintiva, ove si esalta la Luna, il suo domicilio vero si trova in Bilancia2, segno d’Aria personale, dove si esalta Saturno.
Nei Pesci , segno di Acqua universale, si esalta nel domicilio di Giove.
Sul Piano morale si esprime come: Armonia, Equilibrio, Principio di attrazione e di legame.
E’ l’ierogamo tra Intelligenza e Materia.
Esprime la Passionalità e l’Intelletto.
Armonia come giusto equilibrio di Forza e di Grazia, ecco perché i pittori medievali mostrano Marte o legato o abbandonato al sonno mentre Venere, conscia della Sua forza domina in pratica la forza bruta.
Il simbolo esprime poi l’Intelligenza che domina la Materia, che si esprime attraverso la capacità di lasciarsi amare.
Al contrario Marte esprime la capacità di amare.
Passionalità è la capacità di accendere la forza e il coraggio di modificare il proprio stato attraverso la lettura tra le righe3 degli eventi che ci accadono.
Si noti come il geroglifico Nefer, che traduciamo abbastanza in maniera limitativa con bello (in greco antico è espresso da kalòs kai agazòs (trad.bello e buono) che esprime una bellezza interiore oltreché esteriore), abbia una forte analogia con Senef ,
il sangue, e con il termine respiro(nef).
E per completezza anche il bilittero della vela gonfia (fen).
Sul Piano Psichico Venere si esprime come Dolcezza, Simpatia, Bellezza, Grazia, Estetica, Amorevolezza.
Venere in eccesso porta alla Vanità e alla Lussuria.
In difetto porta al disturbo evitante della psicologia.
La lussuria è coeva alla vanità; infatti la vanità è la propria svendita per il lusso di non affrontare la propria realtà interiore, spesso sfociante nella lussuria, in cui la sessualità viene vissuta solo fisicamente.
Vengono soppressi i fisiologici bisogni dei sentimenti, spesso perduti, che inutilmente sono dimenticati.
L’equilibrio è generato in Modestia e Castità.
Modestia è una qualità del giusto mezzo, richiama il termine latino modus: modo o maniera. Quindi la maniera giusta di agire.
Per castità s’intende la corretta maniera di agire mentalmente, con purezza.
Per assonanza col termine egizio di anima di forma, si può dire agire attraverso il ka.
Il termine castità, inoltre, richiama le parole agnus castus che, oltre essere una pianta, è il simbolo di Cristo che si sacrifica, cioè agisce con sacralità.
Dopo ogni lutto si dovrebbe avere il coraggio di affrontare le proprie emozioni e i propri pensieri dentro di noi, senza fuggire all’”esterno”.
Nel piano geometrico corrisponde al eptagono, poligono composto da sette triangoli.
Questa figura geometrica contiene in sè questo significato: Venere conosce in sé tutti gli aspetti degli altri archetipi, per questo motivo ella opera spesso al di là degli altri archetipi.
Un mito su Neith è esplicativo da questo punto di vista: Osiride fu sconfitto e fatto a pezzi da Seth, che si misurò con Horo, figlio del primo.
Siccome la guerra tra le due divinità non giungeva al termine, si decise il consesso di altri dei per stabilire chi dovesse regnare sull’Universo.
Giunti ad una parità, chiamarono come giudice inappellabile la dea Neith.
Essa affermò la prevalenza di Horo su Seth.
La Luce sull’Oscurità.
Regno vegetale
Nel mondo vegetale Venere è rappresentata dalle piante depurative del sangue attraverso i reni e da quelle che agiscono sull’apparato riproduttivo femminile, sia per quanta riguarda i disturbi del ciclo sia nell’aspetto particolare dell’isteria1, stato di esagitazione che viene ad essere ritualizzato nel ballo della taranta nella cultura salentina.
Sono anche comprese piante depurative della pelle e piante aventi una capacità afrodisiaca specie femminile.
Per esempio la ruta è una pianta afrodisiaca femminile ma estingue il desiderio sessuale nell’uomo.
Esiste anche una pianta che ha un tropismo per le corde vocali al punto da essere chiamata pianta dei cantanti: l’erisimo.
Regno animale
Gli animali di Venere sono in linea di principio gli animali dedicati a Giove, solo che lei identifica questi al femminile.
Consideriamo che i comportamenti determinati dalla diversità ormonale ne chiariscano l’attribuzione a Venere.
Ma ci sono animali prettamente legati a questo archetipo: sono i molluschi e ragni.
Dei primi nominiamo i bivalvi che svolgono analogicamente ai reni la funzione di depurare le acque in cui vivono, trattenendo ciò che è utile e scartando ciò che non serve.
I polipi sono molluschi natanti e cacciatori che possiedono specie nel maschio un particolare coinvolgimento erotico nell’accoppiamento.
Le femmine, invece, difendono le proprie uova fino a morire per inedia poco dopo la schiusa.
1Isteria viene dal greco isteron, che significa utero. Consideriamo questa pianta anche per problemi psicosomatici anche maschili!
1La Venere di Toro era appellata dai Greci kallipigia, cioè “dal bel sedere”, sottolineando l’aspetto materiale-erotico della dea.
2Lasciamo alla meditazione del lettore le motivazioni, visto che la Bilancia è il luogo dell’Am Duat.
3E’ il reale significato di Intelletto, dal latino inter legere.