Filosofia della Spagyria: Marte vegetale – Spinaporci (approfondimento)

Poterium spinosum (L.)

 

Il materiale qui di seguito è tratto (in maniera parziale) dal lavoro del dottor Fernando Piterà a cui vanno i crediti. (https://www.origininaturali.it/get-product-attachment/?file=1&language=106)

Informazioni
Pianta poco conosciuta e raramente citata in letteratura botanica.

I commentari antichi
Ippocrate la menziona nel suo libro ” La natura della donna ” (capitolo 34), come “pianta da imbottitura“. Dioscoride descrive il Poterium come “spinoso, con rami che assomigliano all’astragalus” (Libro III, cap. 15).
Galeno ricorda che le foglie di questa pianta erano utilizzate per chiudere le aperture delle anfore per l’olio e per imbottire guanciali e cuscini.
Sotto una nitida xilografia che illustra l’”Herbario novo” di
Castore Durante, troviamo scritto: Poterium siccat, tum vulnera glutinat, adque affectus nervorum omnes valet; illita nervis praecisis planta haec solida compagine iungit.
Per il
Durante la decozione delle radici di Poterium è da prescrivere a coloro che soffrono di nervi.

Per uso esterno, le sue radici, pestate ed applicate mediante impiastro, consolidano i nervi tagliati; lo stesso effetto avrebbe la resina che sgorga dalla radice tagliata.
Il
Durante conclude scrivendo :” l’Acqua stillata alla fin di Giugno consolida le ferite astergendole

benissimo, e incarnandole applicatavi con pezzette di lino sottili, giova nei difetti dei nervi ancora
grandemente (Venezia 1567).
In un antico Lexicon il Poterium è descritto come arbusto spinoso indigeno
della Dalmazia e della Grecia, presente nel Mediterraneo orientale e nel Levante. Presso l’antica Grecia, i medici usavano la pianta come astringente.
Nell’opera ” Hortus Kewensis“, (Vol. III, Londra, 1789) si
legge. “Poterium spinosum = Poterium spinis ramosis = Prickly Shrubby Burnet, originario del Levante che fiorisce per la maggior parte dell’estate”.

Etnomedicina
Il decotto della radice è molto noto tra i beduini come antidiabetico.
Le popolazioni beduine della Siria sono raramente affette da diabete mellito pur avendo una dieta particolarmente ricca di carboidrati.
Il motivo di questa refrattarietà a contrarre il diabete è dovuta all’usanza di bere un decotto di radici di un arbusto che cresce nelle località desertiche.
I beduini cuociono la radice al mattino e continuano a farla cuocere a fuoco lento nel corso della giornata in modo che sia pronta per essere bevuta la sera prima di cena.
Gli arabi chiamano questa pianta “Schic” o “Netesh“; i turchi: “Abdest bozan otu“; mentre in ebraico la pianta si chiama “Sira kotzanith“.
In Spagna, ad Alicante è tradizione usare le parti aeree di Poterium ancistroides Desf. come cura popolare contro il diabete.

Poterium ancistroides Desf.

Informazioni scientifiche recenti
Le prime indicazioni dell’attività antidiabetica del Poterium spinosum compaiono in una comunicazione apparsa sul periodico “Selecta” N° 1, 1962 (Selecta-Verlag, Planegg bei Munchen) dove è riportato che un gruppo di ricercatori che cercava piante medicinali nel deserto a nord-est della Siria, aveva individuato una pianta ricca di principi attivi che poteva essere vantaggiosamente utilizzata nella cura del diabete mellito.
Il gruppo, formato da chimici e farmacologi sotto la direzione del dott. Aiman Kuzbari di Damasco, aveva infatti constatato che presso le popolazioni beduine, gli individui di ogni età, ai quali era stato clinicamente
diagnosticato con certezza il diabete, utilizzavano un decotto preparato con le radici di un arbusto che
cresceva nelle località desertiche.
La somministrazione del decotto, protratta per più mesi, eliminava tutti i sintomi della malattia, nonostante che i malati, durante la cura, non osservassero un rigoroso regime dietetico, essendo la loro alimentazione ricca di carboidrati.
I controlli clinici, effettuati dopo il trattamento, per un periodo di regolare osservazione della durata di un anno, non mostrarono alcuna riacutizzazione della malattia.
Il chimico tedesco del gruppo che era riuscito a individuare alcuni principi attivi della pianta, morì a seguito di un incidente vicino alla frontiera turco-siriana e poiché aveva scritto gran parte dei suoi appunti in codice cifrato, questi furono di conseguenza inutilizzabili.
Il dott. Kuzbari riteneva che l’effetto ipoglicemizzante del Poterium spinosum fosse probabilmente dovuto a una o più sostanze capaci di stimolare le isole pancreatiche del Langerhans a riprendere la loro normale funzione; contrariamente alla somministrazione di insulina, la quale essendo un trattamento sostitutivo non può guarire la malattia.
I particolari relativi la ricerca di detta missione furono presentati alla Seconda Assemblea Farmacologica
Internazionale tenutasi a Praga e riepilogati un anno dopo.
E’ stato dimostrato che solamente la corteccia della radice principale, e non la radice intera, contiene i principi attivi responsabili dell’azione ipoglicemizzante ed è priva di effetti collaterali.
Al fine di poter raccogliere la scorza della radice principale (la sola parte che possiede le proprietà medicinali) l’arbusto deve essere completamente sradicato e utilizzato subito.
Ciò comporta purtroppo un enorme spreco di piante.

In Italia, la tintura di radici di Poterium spinosum venne utilizzata con successo per la prima volta nella
cura del diabete mellito, dalla Scuola di Medicina Integrata del dott. Luigi Oreste Speciani.
Poiché la tintura era preparata da piante provenienti dal Libano, con l’inizio dei conflitti bellici non fu più possibile la sua importazione e utilizzazione.

Azioni secondarie
a) – vasodilatatrice periferica (da eptaidrossiflavani)

b) – vasodilatatore coronarico(da flavonoidi polimerizzati):

c) – antiipertensiva;(da eptaidrossiflavani)

d) – antiaritmica;(da eptaidrossiflavani polimerizzati)

e) – antidròtica , antisudorale;(adiaforètico)

f) – astringente (da tannini)

g) – antineuritica ?

Usi popolari
In alcune regioni la pianta viene tagliata in estate e utilizzata come combustibile per i
forni e le fornaci da calce; in altre regioni l’arbusto è utilizzato come pianta foraggifera. Nei villaggi arabi, i
rami secchi vengono spesso usati per rivestire la parte superiore dei muri di cinta.

Viene anche utilizzata dagli agricoltori per farne siepi a protezione dei campi e giardini, come barriera
naturale contro l’invasione di capre e ovini; con i suoi cespugli essiccati si riempiono le brecce dei muri di
cinta.
In Israele l’arbusto è coltivato e protetto perché viene utilizzato per consolidare terreni franosi e per

prevenire l’erosione del suolo.
Al contrario di quanto comunemente si crede, probabilmente non si tratta
della pianta usata per fare la “corona di spine” di Gesù Cristo.