Introduzione alla Teoria delle segnature II
Il valore del Simbolo
Il simbolo nei nostri discorsi giunge ad essere il perno centrale, in questa disanima sulle Segnature, in quanto funzione “immaginativa” suscitante nell’individuo che lo osserva con “Cuore aperto” uno stato di convibrazione che è sincronico alla Conoscenza dell’archetipo in quanto generante un aspetto risonante nell’osservatore.
Il geroglifico giunge ad essere, nella nostra cultura mediterranea, l’espressione più potente per comprendere quanto si va affermando.
Dobbiamo, però, cercare di comprendere come l’espressione fonetica di un simbolo, come siamo “costretti” dal nostro processo cognitivo basato sul “filtro” del piano mentale, sia una limitazione, un uccidere il valore del simbolo stesso.
Pure riconosciamo che in una prima approssimazione dovremo rifarci al piano fonetico dell’espressione della forza almeno fino a quando la capacità immaginativa non permetterà di “invocare” quella forza direttamente.
Cerchiamo di tradurre con un esempio quanto andiamo dicendo.
Se pronunciamo “Sole“, la prima nostra proiezione mentale sarà di “vedere” dietro al termine detto il nome della Nostra preziosa Stella.
Tale espressione però nel contesto del nostro discorso seppure vero è limitante.
Per due motivi:
uno è che l’espressione Sole deriva dalla deformazione di un termine antico che attraverso vari fattori è divenuto, per noi e solo per noi, il nome che individua l’astro che si trova al centro del sistema solare.
Ma è incomprensibile per un individuo che comprenda la lingua araba p.e..
La seconda valutazione è che usiamo il termine “Sole” anche per indicare una persona presente a se stessa capace di “irradiare” positività e vigore.
Ciò pone una serie di problematiche di comprensione; non è detto che per tutti i popoli questi rappresenti una qualità positiva, così come non potremo comprendere fino in fondo perché non potrebbe essere espresso da Giove lo stesso concetto di positività, visto che l’essere gioviale è un aspetto non troppo distante dall’essere un Sole.
Come si vede la semantica delle parole è un dedalo da cui districarsi in maniera coerente è univoca è difficile, anche perché soggettiva e legata agli ambienti, anche in senso geografico che pongono gli individui in una diversa relazione esperienziale con i due oggetti.
Risulta evidente che un nordico possa avere un concetto diverso del Sole, forse più femminile che maschile, come potrebbe esserlo per un abitante di un deserto africano.Il Simbolo risulta nella sua espressione immaginifica il più completo nella manifestazione di un concetto, vivo, come l’archetipo.
Il glifo del Sole, come sopra viene rappresentato, è una circonferenza con un punto nel “fuoco” geometrico della figura, ed è stato utilizzato dalla tradizione alchemica medievale, permette di suscitare tutti i concetti relativi a quello che noi chiamiamo Sole.
Ben di più di qualsiasi dizionario, in quanto, posto in un determinato contesto, farà “virare” quel concetto verso una determinata direzione e ,anche, verso il suo complementare.
Questo vale per esempio nelle lingue antiche, anche se in parte, perdendo presso di noi tale completezza di utilizzo e di vocalizzazione.
E’ il caso della parola farmaco, di origine greco antica, che viene tradotta come veleno, ma che fu anche individuata come col significato di sostanza che cura.
Oggi il primo significato è molto meno importante e ci si ricorda di tale valore significativo solo in caso di intossicazione iatrogena.
Torniamo, dunque, al glifo solare e scopriamo che un aspetto che può richiamare la circonferenza è l’aspetto ciclico che è strettamente legato al moto apparente della nostra stella intorno al nostro pianeta e per estensione al concetto di “tempo ciclico” in assoluto.
Ci fermiamo onde lasciare a ciascuno comprendere come, in realtà, la descrizione di tale simbolo contraddirebbe lo sforzo di non “ragionare” ma lasciare alla forza del Cuore, in senso metafisico, di entrare in relazione con il simbolo.
Simbolo è una parola greca antica che esprime qualcosa che viene lanciata assieme ovvero una serie di prerogative che sono “occultate” è sono contemporaneamente presenti.
Sarà un contesto a determinare maggiormente determinati aspetti rispetto ad altri.
Quindi porre in relazione tra di loro una pianta come rosmarino, il sangue e il glifo solare significa dare in un unico contesto una serie di informazioni che sono congrue sul piano archetipale e che si possono evidenziare sul piano materiale attraverso la manipolazione spagyrica.