Tavole sinottiche de Il Tempo delle castagne – E’ la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra?
Il Tempo delle castagne
E’ la fine di un’epoca?
Un ragazzino svolazzante e chiaccherone, un giorno di un lontano negli anni tardo novembre, venne invitato da un anziano burbero e duro a fare una passeggiata dalle parti del santuario mariano di Castelmonte nei pressi di Cividale.
I due giunsero sulla vecchia Fiat 850 di color verde scuro al limitare di un sentiero a qualche centinaio di metri prima del parcheggio del santuario.
L’anziano scese, invitando con un gesto il ragazzino, sceso a sua volta, a seguirlo lungo il sentiero che si addentrava in mezzo ad un castagneto piuttosto vecchio essendoci dei signori del bosco piuttosto imponenti e in parte con rami secchi e scortecciati.
“Zio Luciano perchè siamo venuti qui? “ chiese il ragazzino.
L’anziano, come succede a quelli a cui l’età toglie la fretta del fare e del dire, non rispose.
Passò un tempo infinito per il ragazzino ma per l’anziano un attimo fatto di respiri profondi e lenti che inconsciamente contano coloro che ricordano a mala pena l’inizio della loro vita ma ne intravedono l’approssimarsi del tramonto.
“Zio Luciano perchè siamo venuti qui? “ ripetè a voce sommessa il ragazzino con un po’ di strano rispetto per quel silenzio che era intercorso nel fare la prima richiesta alla seconda.
L’anziano chiese al ragazzino: “Quante castagne vedi per terra?”
Intimorito Michele guardò in mezzo alle foglie secche che coprivano il suolo sotto i grandi castagni e sorridendo divertito rispose all’anziano: “Zio sono tante centinaia..”
Lo sguardo burbero dell’anziano si raddolcì un attimo per questa risposta e gli disse “Migliaia! E quanti castagni vedi?”……
Per l’antica cultura contadina del Mediterraneo, quasi del tutto divenuta oggetto di studio delle tradizioni popolari, l’inizio dell’anno coincideva con l’inizio astronomico della Primavera.
Astronomicamente tale evento prende il nome di Equinozio in quanto la durata del tempo di luce e di buio si equivalgono.
Eppure al cultore di antiche discipline espresse nei templi faraonici non è sfuggito che il 20 marzo del 2017 non è stato “solo” l’ennesimo Equinozio di Primavera.
In prossimità del mezzogiorno delle nostre latitudini in quella data è stato un passaggio:la fine di un periodo lungo 252 anni (36 settimane cosmiche per 7 archetipi planetari) e l’inizio di un nuovo macrociclo che durerà 252 anni.
Tali cicli di 252 anni formati da 7 Settimane1 cosmiche di 36 anni, che si susseguono secondo i simboli dei Pianeti che governano i giorni della settimana, in senso inverso: Saturno (Sabato), Venere (Venerdì), Giove (Giovedì) e così via.
1Ogni “settimana cosmica” di 36 anni è composta a sua volta di 5 settimane (di sette anni ciascuna), i cui sottocicli, relativi ad un anno sono governati dai pianeti secondo la “sequenza caldaica” o “sequenza delle ghiandole endocrine assiali nell’Uomo”, quindi partendo dal capo: Saturno epifisi, Giove ipofisi, Marte tiroide e paratiroidi, Sole cuore, Venere surreni, Mercurio pancreas e Luna gonadi. Tale divisione ulteriore ha un’importanza operativa. (cfr https://www.spagyria.it/2018/06/04/spagyria-oraria-utilizzazione-in-ambito-personale-e-di-trattamento-spagyrico/) In più vi è un giorno (anno) che chiude con il pianetaa che ha aperto la “settimana” di 36 anni.