Il Mondo animale: il Drago
Drago
Di questo animale fantastico molto è stato detto sia di positivo sia come animale satanico.
Gli antichi ne diedero una visione di “guardiano della soglia”, la cui morte permette all’iniziato di entrare nel Sancta sanctorum del Tempio o della ristretta cerchia della conoscenza.
Anche il Cristianesimo in realtà ne ha visto questa particolare evidenza specie nel caso del Santo mitologico Giorgio raffigurato mentre uccide il drago, forse è meglio dire “fissarlo”.
Che il drago fosse la rappresentazione di una qualche “sostanza” di natura magnetica è anche documentata nel suo “simile”: il serpente.
Maria che tiene sotto il calcagno il serpente (non lo schiaccia) bloccato ha un significato analogo di “contenimento” e controllo di una forza immane che ogni uomo ha dentro di sè.
Il drago difende paradisi incredibili dove si trovavano ogni sorta di beatitudini, direttamente legati alle aspirazioni dello spazio-tempo relativo alla cultura che ne creava il mito.
Così Ercole nel giardino delle Esperidi, dopo aver ucciso il dradgo, giunge all’albero delle mele d’oro che donavano ogni felicità.
Con un finale meno idilliaco ma con una sequenza analoga troviamo il mito di Adamo ed Eva che vengono tentati dal serpente, spesso rappresentato con le ali, a mangiare la mela dell’albero proibito.
In alcune antiche comunità cristiane si ritrova la figura del Cristo-drago: la perifrasi della morte del Cristo come premio per l’umanità affinchè possa giungere alla Salvezza, e quindi, alla beatitudine del cielo.
In realtà, presso i cristiani il drago fu concepito come una ipostasi di Satana.
Tali raffigurazioni prendono le mosse dai draghi della tradizione babilonese che furono sterminati, nella Bibbia, dal braccio armato di Daniele.
Pure nell’Apocalisse troviamo questi esseri schierati tra le file dei seguaci del male, nella fattispecie nel tentativo di divorare il Bambino sacro che stava per nascere, anzi la raffigurazione complessa di detta creatura viene poi ad essere specificata col nome di Satana stesso.
Il drago, naturalmente, in Cina, ha avuto ed ha un posto d’onore, ma lasciamo ad altri parlarne.
Gli antichi credettero di attribuire al drago dei poteri curativi specie nel suo sangue; in realtà, probabilmente si trattava di resina di particolari alberi che attualmente riportano come termine specifico il termine draco, oppure si trattava di particolari frutti, simili al dattero seccati.
Non tutti accettavano tale strana evidenza, Dioscoride non l’accettava, ma al contrario Plinio ne dava sicura l’esistenza e ne descriveva le caratteristiche chiamandolo sangue di Saturno.
Naturalmente questo giudizio non deve stupire, come del resto si noti dagli attributi del drago come guardiano della soglia.
Per tale motivo fu emblema aldico e di ordini cavllereschi dell’età medioevale.
Non si può omettere l’Ouroburos rappresentato ora come serpente che si mangia la coda, simbolo del divenire e nel sogno del chimico Friedrich August Kekulé von Stradonitz che in sogno risolse il dilemma di come distribuire coerentemente gli atomi di Carbonio nei composti aromatici.
Oppure nella forma di due draghi uno alato, simbolo del volatile, l’altro senza ali, simbolo del fisso, che mangiano le reciproche code.
Analogicamante quanto espresso dal simbolo orientale del Tao.