Il Mondo animale: il Cervo
Cervo
Durante l’età premicenea il cervo condivise col cavallo la natura solare, infatti era sacra ad Artemide, sorella di Apollo, nata come questi a Delo; il chè equivale a dire che ne condivide la medesima natura.
Il cerbiatto risulta poi, in diversi miti e rappresentazioni iconografiche-mitologiche, legato anche alla figura stessa di Apollo, nella posizione in forma simbolica ridotta nel palmo della mano del dio o ai suoi piedi.
Il legame solare del cervo, per qualche motivo che ci sfugge, fu comunque mantenuto o segreto o, comunque, non proprio dichiarato chiaramente.
Questa analogia ci rimanda, anche, al legame tra Giovanni Battista, il piccolo sole nascosto dal grande Sole della figura del Messia.
Nelle liturgie dei “misteri”, venivano officiate con pelli di cervo a scopo purificatorio, per poterlo rendere “trasparente” alla realtà. In particolare nei riti dionisiachi.
Pure nei riti dedicati a Cerere eleusina, venivano sacrificati giovani cervi le cui pelli erano indossate, durante le cerimonie, dai “misti”.
A causa dell’influenza orientale scopriamo che, presso gli autori antichi, il cervo rappresentava un animale che lottava con i serpenti. Tali valutazioni si ritrovano specialmente nell’Oriente, in corrispondenza delle zone afgane, dove effettivamente vi sono dei cervidi che affrontano e uccidono i serpenti. Indubbiamente la trasposizione di questo animale come rappresentazione di Cristo era automatica, come automatica era la rappresentazione quale ipostasi demoniaca del serpente.
Presso i Persiani e i Mazdei vedevano il simbolo del bene trionfante sul male, nel cervo, chiamato pausen, che divorava il serpente.
Per quets’ultimi il cervo è la rappresentazione del principe buono Ormudz che lotta con Ahriman, il principe malvagio.
I cervi hanno spesso delle formazioni litiasiche epatiche e vescicali che presso questi popoli rappresentano degli ottimi talismani contro il morso di serepenti e scorpioni.
Ma anche le corna calcinate, presso gli indù, sono considerate antirettili, in forma di pietra gialla, che per alcuni medioevali rappresentava l’occhio del cervo stesso.
Dato che il cervo vede crescere, fisiologicamente, le corna sotto l’influsso del ipofisi-epifisi che ne determina una particolare maniera di crescita. (cfr. Corno)
Unendo al fatto che combatte contro i serpenti, fino a mangiarli, considerando i serpenti come un’ipostasi di Mercurio1, possiamo dire che il cervo sia un’ipostasi gioviniana.
Il cervo, narra Dioscoride, se ferito da una lama guarisce se stesso brucando una pianta considerata miracolosa, il Dittamo.
Tale pianta agisce come “espulsiva” in quanto ha capacità emmenagoghe, ossitociniche e cicatrizzanti. Azioni che hanno a che fare per via diretta o indiretta con la secrezione ghiandolare dell’ipofisi, che notiamo essere legata all’aspetto gioviniano.
Dedichiamo qui, un piccolo approffondimento sul dio cerviforme Cernunno, considerato dai Galli, dio dell’abbondanza, rappresentata dal palco delle corna.
Nel periodo posteriore all’influenza romana, il dio da essere umano con le corna di cervo, venne rappresentato con la testa del ruminante.
Considerando che nel simbolo astrologico di Giove, il braccio orrizontale ospita un crescente lunare si può comprendere di come la rappresentazione del dio celtico come divinità dell’abbondanza, ci porti a considerazioni fisiologiche nella relazione tra fegato e cuore, sangue e vista.
Per questo motivo il Cervo in tutte le mitologie ha rappresentato una profonda relazione con il fenomeno vita e luce.
Esisteva anche un cervo “degenerato”, che presso alcuni popoli, addirittura si pensava che deponesse uova, chiamato dai greci Tragelaphos, una specie di capro-cervo, che veniva considerato dedito a strane abitudini di comportamento che lo condannano, pur essendo veloce come il vento, ad essere facilmente catturato e ucciso.
In generale, anche nell’iconoclastia cristiana, tale animale indicava un essere che preferiva, pur potendo fare il contrario, abbandonarsi ai vizi terreni, anche, se vogliamo interpretare il fatto della deposizione di uova, contronatura.
1 Si noti che il mercurio greco-latino porta con sè il Caduceo formato da un bastone alato dove, in diverse maniere, si incrociano due serpenti.
Si noti pure che presso i sacerdoti egizi, come pure nel racconto mosaico, vi è una magia per cui un bastone veniva trasformato in serpente e viceversa.