Filosofia della Spagyria: Mercurio vegetale – Meliloto (approfondimenti)
il Meliloto
Melilotus officinalis (L.) Pallas
Gabriele d’Annunzio, nella sua opera teatrale “la figlia di Iorio” fa cantare a Candia la seguente strofa:
La coltre di seta doppia
io te l’ho fatta, nuova cara, e
versica
come un pratello di erba
vetturina
L’erba vetturina di cui parla il Poeta è il meliloto.
Paragonarla ad “coltre di seta doppia” significa mettere in risalto lo spettacolo che offre la fioritura gialla del meliloto, i cui fiori, riuniti in racemi, con 30-70 fiori ciascuno inseriti nell’ascella delle foglie superiori, offrono una vista suggestiva, quasi, appunto, setosa.
… erba dei cavalli…
Venne chiamata erba vetturina perchè i cavalli ne sono ghiotti e interrompono il cammino se sul bordo della strada ne scorgono un ciuffo.
Il nome meliloto deriva dal vocabolo greco “meli” che significa miele, e “lotos“, uguale a loto.
In base al nome assegnato dagli antichi, quindi, risulta essere un’erba appetitosa, non solo ai cavalli, ma anche per le api.
Dal momento che le sommità fiorite si raccolgono da giugno ad agosto, secondo le altitudini, le prozioni superiori della pianta che contengono le infiorescenze sono oggetto di disputa da parti delle api bottinatrici e l’erborista, che deve prendere le opportune precauzioni per non farsi pizzicare dalle api stesse, che mal rinunciano al delicato bottino.
….la cumarina…
La nostra chimica ha isolato il principio attivo della pianta, identificandolo nella cumarina.
Questo principio, che si avverte come un delicato profumo nella pianta fresca, si coglie maggiormente nel corso dell’essicamento, ove i glucosidi si scindono producendo acido melilotico e cumarina.
Ad essa si ascrive una marcata influenza sui centri nervosi e sulla eccitabilità riflessa, provocando un’azione antispasmodica e, in maniera indiretta, ipnotica.
Per lo spagirista, tuttavia, non è tanto la cumarina ad essere responsabile dei benefici effetti sul nostro organismo, quanto l’appartenenza alla funzionalità Mercuriana, con una forte coloritura Venusina.
Mercurio nella Medicna astrologica ha la signoria nel segno dei Gemelli e nel segno della Vergine.
Come Funzione pura, Mercurio è preposto al nostro sistema nervoso, che se ben funzionante, facilita il nostro processo cognitivo.
Il Mercurio del Meliloto
Quindi, non da intendersi con il significato di “Intelligenza“, come comunemente viene classificato, ma vettore di impulsi che, da astrazioni di primo grado (forza nervina che scorre liberamente lungo i canali afferenti a seguito degli stimoli), nel sistema centrale (cervello) si traformano in astrazioni di secondo grado, ovvero come ideazioni, vista, suono, ecc..
Il nostro meliloto è responsabile dell’attività sedativa e antispasmodica sui canali afferenti e viene utilizzato per calmare l’irritazione nervosa, le nevralgie e si rivela un ottimo conciliatore del sonno.
Poichè Gemelli è intimamente associato ai nostri polmoni, il meliloto (funzione Mercuriana) presenta un’azione balsamica espettorante e, secondo Vergine, resposnsabile del nostro intestino duodeno, viene impiegato contro il mal di testa dovuto a disturbi digestivi e normalizzatore dei processi della digestione.
La sua coloritura Venusina, la cui Funzione si esercita renale, e Toro, sistema vocale e gola, indirizza l’uso del meliloto verso un aumento della diuresi ed una buona limpidità dell’urina.
Ciò è dovuto al passaggio dell’estratto del fiore attraverso il filtro renale con laconseguenza di una leggera stimolazione e delle limitazioni del pullulare batterico.
Per quanto riguarda la Venere di Toro, il meliloto si può utilmente impiegare nelle infiammazioni della gola e della bocca.
… la pelle: come organo mercuriano….
Tuttavia la funzionalità dell’Archetipo Mercuriano, nel nostro corpo, è preposta anche ad un altro importantissimo organo: la pelle.
In particolar modo si tenga conto che la pelle, oltre a limitare i cinfini della nostra individualità, è il luogo ove avvengono gli interscambi tra un fuori ed un dentro, ovvero tra due stati completamente diversi tra di loro, come per esempio nella respirazione che tramite i polmoni mette in contatto il Grande Fuori, l’atmosfera del pianeta, con un piccolo dentro, la nostra corporeità.
E questa è la principale funzione che svolge la signatura mercuruiana, le cui proprietà furono sintetizzate nell’antichità assegnando all’Archetipo Mercurio il compito di Messagero degli Dei, colui che fa da ponte fra cielo e terra, fra due stati sostanzialmente diversi.
Il meliloto, inoltre, si rivela estremamente prezioso per la cura della nostra pelle, in modo particolare per le mucose.
Non è lontano il tempo in cui i nostri nonni, per far maturare gli ascessi, applicavano cataplasmi facendo bollire le sommita fiorite nel latte.
I fiorellini pressati venivano applicati sopra gli ascessi e in poco tempo si risolveva il male e si eliminava l’infiammazione.
Assieme al fiordaliso e alla piantaggine, il meliloto era chiamato “spezza-occhiali“, e il suo infuso caldo, solo od assieme alle piante sopracitate, veniva impiegato ponendolo sugli occhi, nelle congiuntiviti e nelle blefariti.
Fiore, dunque, estremamente prezioso che unisce allesue qualità terapeutiche un aspetto aggraziato, tanto da farlo paragonare ad “una coltre di seta doppia“.
Angelo Angelini
Tratto dalla rivista “Kemi-Hathor” Kemi Ass.ne n°106 21 marzo 2002