Filosofia della Spagyria: Marte vegetale – Prugnolo
Habitat
Cresce in Europa diffusamente associate in cespugli e siepi.
Costituenti principali
Glicosidi flavonici, glicoside dell’acido cianidrico, curarina (fiori); tannini, acidi organici, zuccheri, coloranti e vitamina C.
Informazioni
“Pianta che annuncia con migliaia di fiorellini bianchi l’esplosione della Primavera, spandendo il profumo soave e dolce.
Poi si veste di migliaia di foglioline verdi che emannao un delicato profumo di mandorle amare.
Il verde perdura fino a tarda estate.
Sotto queste crescono delle discrete sferule verdi che divengono blu dotate di sapore acidulo che si addolcisce con le prime gelate.
Le forze possenti che questa pianta conserva gelosamente parlano di una azione interiore che agisce sul metabolismo che analogicamente spinge le forze terrestri di durezza notevole alle forze plasmatrici dell’Aria.
Può essere paragonato all’azione del Biancospino.” (Pelikan)
Utilizzato come astringente nella tradizione antica popolare pruno è stato oggetto di diverse ricerche che evidenziano l’attività antiossidante dei frutti.
L’estratto dei fiori ha evidenziato una serie di qualità farmacochimiche che agirebbero sulla protezione del sistema cardiaco e vascolare (in vitro su cellule umane).
Attraverso azione antinfiammatorie, anticoagulanti, antinitrazione della tirosina, ecc..
I frutti aciduli, specie se dopo una gelata, sono stati l'”integratore” naturale per l’uomo fonte di vitamina C, bioflavonoidi e polifenoli fino a tempi recenti.
Si potrebbe definire pruno una pianta marziana che agisce su tutte le potenzialità.
La sua azione è di contrazione ed espansione su diversi livelli del sistema cardiaco e circolatorio.
Come si può evincere dalle conferme delle ricerche scientifiche.
Di più, secondo chi scrive, potrebbe essere una delle piante della Volontà realizzata, specie se a sostenere l’impegno si è soli ed isolati.