Filosofia della Spagyria: Saturno vegetale – Aconito
Habitat
Cresce nei boschi, nei pascoli e nei prati alpini, malghe tra i 600 fino a i 2600 m.
Costituenti principali
Alcaloidi cardioattivi: aconitina, mesacontina, napellina, diterpene neolina, , isotalatizidine, karakolina, senbusina A, senbusina C, taurenina, aconina, picraconitina; acido aconitico, succinico, fruttosio, maltosio, mannitolo.
Informazioni
Pelikan descrive le Ranuncolacee come piante caratterizzate da una grande plasticità di forma e da molteplici possibilità di trasformazione; inoltre sono poco sottomesse alle leggi numeriche e sono piante primaverili, tipiche cioè del periodo in cui l’acqua si libera dal ghiaccio e l’aria è mobile e tempestosa.
Per queste caratteristiche egli vi individua un che di fluido.
Paracelso fece uso di aconito, per scopi personali e per i suoi allievi, manipolando in pomate complesse o in particolari acque (salate?) distillate, sotto ben precise configurazioni celesti, in cui era preminente la Luna Nuova o l’assenza di Luna.
Lo scopo era, secondo il mito di Cerbero, di rendere cosciente la Luce, divenuta Tenebra, e di risvegliare in tal modo, l’azione dell’epifisi, ricordata dalle religioni orientali, come la sede del terzo occhio o occhio della visione.
Leggenda e mito
Saturno non è solo il Dio della morte, o, nell’accezione ipostasica del tempo, come il Xronos greco.
E’ sopratutto il limite tra la materia e la non-materia, tra il manifesto e il non-manifesto.
Pianta magica per compiere quelle introspezioni in stato vigile che permettono di porre l’iniziato di fronte ad una discesa inferica.
Per questo motivo esso può essere mortale per chi senza un adeguata preparazione si avventurasse lungo il sentiero lungo il quale mitologicamente discesero gli eroi, come Ercole, Giasone ed Enea.
E ivi pure Dante Alighieri discese.
Nel Medioevo l’aconito veniva chiamato Helmet-flower (fiore-elmetto) o Common monkshood (cappuccio di monaco) per il modo curioso in cui i sepali coprono il resto del fiore.
Analogamente in Francia era chiamato Casque de Jupiter (elmo di Giove) e in Germania blauer Eisenhut (elmo blu).
Nel vocabolario inglese era chiamato anche Wolf’s bane, letteralmente “la rovina del lupo“, richiama la traduzione letterale dal greco lycotonon, (lycos= lupo) che deriva dall’idea di una freccia impregnata del succo velenoso o di una ascia avvelenata che avrebbe ucciso i lupi.
Il nome generico aconito (anche in greco è aκόνιtον) sembra derivi da aκόνtιον, dardo o giavellotto, perché era usata dai barbari per avvelenare le frecce.
Plinio il vecchio, nella Historia naturalis, fa risalire il nome da Aconae, il luogo vicino ad Eraclea da cui Ercole scese agli Inferi e secondo un’altra leggenda l’aconito sarebbe spuntato sulla terra nel punto in cui era caduta la bava di Cerbero.
Nell’isola di Ceo era usato per uccidere gli anziani e malati incurabili.
Il termine latino Aconitum, oltre che la pianta, indica genericamente qualsiasi veleno ad azione rapida e il plurale significa “pozioni avvelenate“.
Una leggenda racconta che l’aconito nacque dal terreno su cui gocciolava il sangue di Prometeo quando l’aquila gli divorava il fegato.
Prometeo, secondo il mito, uno dei Titani che, per aiutare gli uomini, scese agli Inferi e rubò il fuoco, fino ad allora sconosciuto sulla Terra.
In tempi più recenti Mattioli racconta di avere assistito a Roma e a Praga ad esperimenti su condannati a morte a cui venivano fatti ingerire preparati a base di aconito per cercare poi degli antidoti.
Erboristeria
La raccolta a mani nude di questa pianta comporta gravi rischi di intossicazione.
Per cui se ne sconsiglia qualsiasi manipolazione.
Le preparazioni in estrazioni particolari sono state usate in tempi passati a livello locale per le sue qualità fortemente analgesiche.
Le preparazioni spagiriche constano di un lungo lavoro il cui risultato deve essere messo alla prova di innocuità.
Curiosità
In Slovenia nella zona di Solčava si narra della preparazione di una preparazione di estrazione alcolica chiamata voukuc.
L’esperienza di un alchimista
“Immediatamente, la mia testa sembrò essere stata stretta da una fasciatura e si produsse un fenomeno bizzarro che non si è più ripetuto in seguito.
Scoprii con stupore che non sentivo né pensavo più con la mia testa, ma con la regione dello stomaco, come se la coscienza avesse cambiato sede.
Spaventato da questa strana sensazione, mi interrogai ed esaminai accuratamente, ma non potei convincermi che il mio potere di percezione fosse divenuto più ampio ed esteso.
Questa chiaroveggenza intellettuale mi dava un gran piacere, tuttavia non dormivo né stavo sognando, la mia salute era ottima e il mio stile di vita sobrio.
Avevo avuto qualche estasi inaspettata ma questa non aveva nulla in comune con questa percezione dallo stomaco, divenuto sede del pensiero e del sentimento, senza alcun intervento cerebrale.
I miei amici ebbero qualche apprensione per la condizione in cui versavo ma la mia fede in Dio e la mia sottomissione alla Sua volontà dissiparono quei timori.
Il fenomeno durò due ore e non me ne derivò che un leggero intorpidimento.
In seguito ho spesso manipolato dell’aconito senza che alcuna di queste sensazioni si riproducesse” (Van Helmont, Demens Idea).