Introduzione alla Teoria delle segnature
Premessa
Il concetto di segnatura presuppone l’analisi della percezione umana nel mondo antico in relazione col mondo odierno.
Gli antichi come i moderni hanno sempre teso a giungere alla comprensione delle leggi di natura; ma mentre nell’antico tutto lo sforzo era riconoscere nella Natura la manifestazione dell’Uno, inconoscibile e incommensurabile, nell’odierno, invece si cerca di giungere all’Uno attraverso una “tomizzazione” dei fenomeni attraverso la vagliatura attraverso Induzione e Deduzione, che allontana sempre di più dall’oggetto primo del sondare.
Gli antichi non negarono queste due dimensioni del conoscere, ma vi aggiunsero una terza, che era coeva alle altre, e che noi chiamiamo Analogia o Iperlogica.
Senza entrare in termini troppo complessi, partendo dalla esperienza sensibile, possiamo dire che le nostre esperienze quotidiane, siano legate alla Tridimensionalità.
E in quest’ottica gli antichi procedevano nel trovare le leggi che dominavano e spiegavano la Natura, visibile ed invisibile.
La scienza moderna tende a ridurre il tutto (con le debite eccezioni che riguardano le leggi matematiche del calcolo combinatorio) in un ambito bidimensionale.
In parole povere, oggi, si procede a sondare la realtà attraverso mappe, che per molti rappresentano e si identificano con la realtà.
Prendiamo l’esempio delle costruzioni assai ardite dei paleoantropologi che attraverso frammenti di mandibole di umanoidi pretendono di spiegare l’origine dell’uomo sulla Terra.
L’antico non disconosceva il sensibile, anzi lo elevava a rango di “lanterna” per procedere alla conoscenza successiva, che, senza soluzione di continuità, procedeva fino all’intuizione della relazione “occulta” che regola fenomeni (dal greco fainomai, io appaio1).
All’uomo antico interessava trovare una legge che assommasse tutti quei fenomeni visibili che egli osservava.
La segnatura
La segnatura nacque, per meglio dire, si generò per colmare quella incapacità e impossibilità riconosciuta, insita in tutti gli esseri, di essere contenuti e contemporaneamente contenitori.
L’osservazione della realtà portò ad osservare che in primo luogo esistevano coppie di opposti, opposti non in quanto contrastanti, ma in quanto complementari.
Però tale complementarietà manifestava un aspetto estremo nella fragile e debole coscienza dell’uomo: non vi è nulla di assoluto se non l’Assoluto stesso, che però, a differenza della Teologia moderna, non veniva nemmeno avvicinato dal saggio antico.
Quindi stabilito che, p.e. non riusciremo con nessuno mezzo a percorrere un movimento rettilineo costante con nessun mezzo umano, diremo che è più comprensibile scomporre e descrivere il movimento attraverso le forze che lo reggono in una frazione infinitesimale di tempo e di spazio.
Così è più facile descrivere una pianta particolare, in base alla sua funzione nell’ecosistema, che esprime certe forze nell’atto di modificare l’ambiente e nel contemporaneo suo modificarsi in rapporto con il medesimo. Ben più difficile sarà capire perché quella pianta avrà avuto successo in un dato ambiente sulla base della sua “autopsia” chimica e fisiologica, poiché non si potrà dimostrare se l’ambiente avrà spinto la pianta a modificare la sua chimica oppure l’ambiente è stato modificato dalla pianta stessa, o addirittura, che i due fenomeni sono contemporanei. Per l’antico saggio le due espressioni della manifestazione pianta-ambiente appartengono alla azione della medesima legge, ipostasi divina o per dirla come Al Kindi, raggio.
De radiis
Infatti Al Kindi nel De Radiis scrive: “Infatti la condizione dell’armonia celeste è tale che, poiché tutte le stelle sono di differente natura e perciò tutti i loro raggi sortiscono effetti discordanti, nel mondo degli elementi, accade che gli effetti radiali si aiutino a vicenda nei riguardi di una stessa materia e si ostacolino in un’altra, ed in ogni cosa, che naturalmente è data dall’armonia, vi è una stella predominante e similmente un segno che prevale sugli altri nell’opera e nel regime di questa cosa.“
In questa semplice frase Al Kindi racchiude tutti i segreti della terapia spagirica, ovvero della terapia che corrisponde alla somministrazione di raggi (attraverso veicoli di natura) riconducibili ad archetipi di stelle (o pianeti) o segni che prevalendo nell’opera e nel regime delle cose e delle funzioni del corpo umano possono aiutare se di una stessa materia.
Il primo commento che viene da fare, dopo aver osservato che per Al Kindi tutto viene dall’armonia celeste, riguarda il pezzetto “in ogni cosa, … vi è una stella predominante e similmente un segno che prevale sugli altri …“.
Quindi nel mondo degli elementi in ogni cosa vi è la sostanza universale di ogni cosa ma un archetipo prevale.
La segnatura vuole appunto essere la classificazione di questi archetipi secondo una certa ottica:
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secondo l’appartenenza zodiacale (che ha a che fare con i meridiani energetici) e secondo l’appartenenza planetaria (che ha attinenza con il sistema endocrino)
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secondo l’appartenenza elementare (legata alla tipologia umorale), Ippocrate, Galeno, ecc..
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alcuni hanno invece visto nella segnatura la corrispondenza della forma della pianta (o di alcune sue parti) con la forma degli organi.
Tale corrispondenza non è citata da alchimisti di spessore.
A tutti gli effetti con questo sistema si può per esempio dire che iperico curi le ferite (foglie apparentemente bucherellate), le infiammazioni (il colore rosso) e gli ematomi con versamento di sangue, ma non comprenderemo perché abbia un simile effetto sul sistema nervoso autonomo (erba scacciadiavoli), perché stimoli la funzionalità del fegato (depurando anche il sangue), curi le affezioni bronchiali e le malattie respiratorie.
Affermare di iperico che sia dominato dalla segnatura giove, mercurio attraverso sagittario, acquario, ci spiega invece gli effetti sul sistema energetico assieme ai costituenti chimici che giustificano quello sul piano biochimico, che da solo ricordiamolo, non permette di spiegare tutte le attività terapeutiche sul soma.
E caso mai queste “testimonieranno” la giustezza della relazione con le forze energetiche archetipali.
Tornando alla frase iniziale, l’osservazione “tutte le stelle sono di differente natura” seguita dalla citazione della teoria dei simili: ” nel mondo degli elementi, accade che gli effetti radiali si aiutino a vicenda nei riguardi di una stessa materia e si ostacolino in un’altra” inducono a riflettere sulla relazione che può avere la medicina spagirica con le metodiche terapeutiche accademiche allopatiche ed omeopatiche.
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